ADDIO “BORGATA” TUFELLO LIBERO E RIBELLE

Set 12, 2024 | Quartieri

Con un colpo di spugna il Comune vuole cancellare la parola “borgata” trasformando in “quartieri” alcune zone di Roma

Mettere mano alle zone della capitale con una nuova mappatura appare più un’esigenza toponomastica e burocratica che sostanziale come se mettere nel baule della memoria il termine ”borgata” potesse improvvisamente risolvere il problema del degrado e dell’abbandono di un territorio come il Tufello che si definisce orgogliosamente “libero e ribelle”. Qui la parola borgata è appartenenza ad una comunità urbana fatta d’identità e di legame a luoghi che ne hanno accompagnato la difficile crescita ed affrancamento da un passato di sacrifici e di sofferenze di pasoliniana memoria. Nessuno mai si è lamentato di far parte della borgata, se mai soprattutto fra i pariolini si è lasciata la libertà di etichettare come “borgatari” in senso dispregiativo i suoi abitanti delle case popolari, in cui al contrario di molti quartieri alti per anni sono sopravvissute solidarietà e condivisione. In questa “damnatio memoriae” col pretesto della modernità ma con l’omologazione a creare nei termini cellule cittadine il più possibile simili e gestibili, prevale certamente la solita volontà accentratrice capitolina che interviene a gamba tesa e decide senza alcun consulto con il municipio e i suoi cittadini. Intanto, in cambio di case senza ascensori e con il riscaldamento a singhiozzo, il Tufello almeno per due anni sarà privato della sua biblioteca, dopo aver perso in via Monte Rocchetta il suo centro anagrafico ed amministrativo e dopo aver assistito all’abbandono nel degrado della materna Monte Cardoneto e del campo sportivo Detroit. Pertanto ai suoi urbanisti capitolini votati a queste operazioni d’avanguardia di facciata consigliamo di intervenire prima sulle sue problematiche irrisolte che possa poi giustificare una redifinizione condivisa con la comunità di uno specifico territorio