Aprirà senza libri e poi da novembre definitivamente per quasi due anni. I libri inscatolati andranno in letargo senza offrire ai cittadini una sede alternativa dove consultarli.
Ora Marchionne, presidente del municipio risponda a quattro semplici quesiti?
1) Perchè inscatolare i libri a luglio e non a fine ottobre prima dell’inizio dei lavori, privando l’utenza per quattro mesi della disponibilità di utilizzare l’unica biblioteca del terzo municipio?
2) Come mai i lavori non sono partiti a luglio come stabilito?
3) Quali e quanti lavori e il relativo impegno economico sono stati previsti nel progetto di ristrutturazione tali da giustificare quasi due anni di cantiere?
4) Perchè non si è individuata una sede alternativa dove spostare il patrimonio librario della Flaiano garantendo una continuità di consultazione e prestito,
A queste domande legittime, a parte le critiche a La Quarta per aver sollevato il problema, il buon Marchionne non ha ritenuto di dare risposta. Come il Nerone di Petrolini si è limitato a dire ai suoi cittadini “Risorgerà più bella e più grande di pria!”
Proviamo a rispondere noi e a formulare alcune ipotesi (quasi certezze) su cui Marchionne è già intervenuto a supporto.
Partiamo da questa ultima notizia.
Presso l’ex scuola di piazza Capri è prevista con i soldi del PNRR la ristrutturazione e la creazione del polo culturale, di coworking, di laboratori informatici, aule studio e biblioteca. Tutto a meno di un chilometro dalla Flaiano. Tempi previsti due anni. Ora il biennio si ripete ancora una volta dopo i lavori alla Flaiano, Ma due anni ci separano dalle prossime amministrative comunali e municipali.
Appare evidente che il nuovo polo culturale possa essere un’ottimo palcoscenico elettorale per l’attuale giunta di sinistra. Quindi tutto deve essere congelato per quella data, compresa l’assurda dilatazione dei lavori della Flaiano. Ma nel frattempo che fine faranno gli scatoloni librari della biblioteca? Facile supporre che non essendo stati resi fruibili in qualche altro sito, almeno una buona parte finiranno nel polo di piazza Capri ed il resto tornerà forse ad una Flaiano depotenziata, concorrente parente povera della nuova realtà pluridisciplinare, iperdigitalizzata e modernizzata, presentata come fiore all’occhiello del territorio. Ci si chiede allora che fine farà la Flaiano a poche centinaia di metri da questo monstrum culturale e perchè non prevedere la creazione del Polo culturale in un’area più periferica o sufficientemente lontano dalla Flaiano? la parte più popolosa dei cittadini risiede a Serpentara o a Bufalotta, forse lì sarebbero stati luoghi più idonei. Probabilmente la Flaiano non chiuderà i battenti ma certamente con queste prospettive, dopo la sede municipale di via Monte Rocchetta, la materna di via Monte Cardoneto (qui i soldi del PNNR per evitarne l’abbandono facevano schifo?!?), al Tufello sarà asportato snaturandolo il suo centro culturale e popolare.
Ma, attenzione, il destino della Flaiano potrebbe, con una riconversione di utilizzo, essere ancora peggiore!
Potrebbe essere un’immagine raffigurante studio