Dopo gli ultimi provvedimenti del governo che autorizza la caccia al cinghiale nelle aree urbane, si prospettano grigliate fra i romani che forse nelle macellerie autorizzate potranno rifornirsi della gustosa carne del suino visto come una calamità cittadina fino a poco tempo fa. Diventeremo tutti Obelix, personaggio gallico, goloso della sua carne? Manderemo in pensione il classico capitone o tacchino natalizio preferendo nelle tavole imbandite, accanto alle lenticchie di capodanno, lo zampone di cinghiale? Non so cosa ne pensano i romani ma so cosa ne penserebbe il povero cinghiale, sfrattato dall’urbanizzazione selvaggia che si è mangiata il suo ambiente naturale, costretto a cibarsi dei rifiuti accatastati a fianco ai cassonetti e che ora deve subire anche l’onta di essere fatto fuori diventando lui stesso cibo e monnezza. Forse avrebbe preferito essere catturato e ritrasferito nei boschi laziali con suoi cuccioli. Troppo faticoso per le amministrazioni cittadine! Rispolverati e ricaricati i fucili, dunque, non avremo più un cinghiale che scorrazza nei giardini, ma certo non ci libereremo delle persone moleste ed incivili e di politici arroganti ed inefficienti. Loro stiano tranquilli, non dovranno temere di essere cacciati e fatti fuori.
Scusate, ma a noi sta storia ce pare proprio ’na strunzata!