IL VALORE AUTENTICO DELLA SCUOLA

Mar 1, 2024 | Scuola

Quello del quartiere Trieste è un ambito dove tanti studenti del nostro territorio si recano quotidianamente nel loro percorso formativo. L’aumento delle istanze di iscrizione, per alcuni plessi, ha posto in evidenza alcune criticità che potrebbero lasciare indubbi disagi. Alcune scelte organizzative sono spesso legate ad una sterile visione di scuola/azienda, dove i numeri contano più dell’essenza del singolo studente.

Si parlava un tempo di nuovi spazi e di nuove opportunità per il liceo Avogadro ed il liceo Carducci. Il lavoro congiunto della Città metropolitana, del II Municipio e dell’Ufficio scolastico regionale, avevano permesso di individuare la soluzione per accogliere gran parte degli studenti che si erano iscritti al primo anno. Conferme per le sezioni esistenti e la possibilità di creane altre per il liceo Avogadro, viste le numerose richieste.

Ad oggi però aleggia un’altra aria in queste istituzioni territoriali, che si orienterebbero così a dare spazio al solo liceo Avogadro a danno del Carducci.

E così, in attesa di soluzioni più eque per la salvaguardia di entrambi gli istituti, riportiamo una lettera di una studentessa del Carducci, che ha ben interpretato il concetto reale della parola ” scuola”. 

“Ho deciso di scrivere qualcosa per dare voce a noi studenti, non solo a coloro che fanno parte dell’ Istituto Carducci, ma un po’ a tutti quei ragazzi che non si sentono protetti e tutelati da chi avrebbe il compito di farlo.

In questo caso siamo stati noi le “vittime”, ricevendo l’inaspettata notizia che potrebbero portarci via la nostra scuola. Ma cos’è la scuola per noi? Quando viene posta questa domanda, qualsiasi ragazzo tende superficialmente a definirla noiosa, pesante, impegnativa; ma se ci fosse veramente qualcuno interessato a sentire la nostra voce e tutto ciò che è racchiuso nelle nostre menti di piccoli pensatori, capirebbe che non è solo il luogo dove ci trasmettono le “adeguate conoscenze” e ci indirizzano al mondo lavorativo, ma molto molto di più.

Si pensi solo che è il centro sociale della vita di ogni ragazzo, il luogo dove si entra bambini e si esce uomini; dove ognuno di noi impara a relazionarsi con l’autorità e i coetanei, instaurando rapporti che si porterà nel cuore per sempre. È il posto dove noi giovani veniamo formati, non tanto nella didattica ma quanto più nello stare al mondo, dove impariamo a conoscerci, a metterci alla prova, a prenderci le nostre responsabilità…

Il tutto guidato dai nostri amati insegnanti che ci indirizzano verso il giusto. Quindi perdere l’autonomia della nostra scuola vorrebbe dire intaccare tutti questi equilibri e rapporti che alcuni di noi hanno faticato a raggiungere per la diversità che contraddistingue noi ragazzi. Perdere i nostri compagni significherebbe ricominciare da zero e con tanta fatica, a costruire il nostro piccolo nucleo di amicizie; e lo stesso vale per i nostri cari professori, coloro che sono stati in grado di trasmetterci tanto su ciò che insegnano oltre che la passione per ciò che fanno.

Poi certo per chi è particolarmente socievole potrebbe essere una cosa da poco, ma è veramente necessario tutto ciò solo per dare pochi posti in più a ragazzi che hanno i nostri stessi identici diritti? Sarebbe giusto condannarci a cambiare molteplici aspetti della nostra vita solo perché, privarci della nostra sede potrebbe essere più funzionale per le iscrizioni di un’altra scuola forse più “prestigiosa”? Dobbiamo veramente ritenerci studenti di serie B? 

Ricordatevi che quando vi riferite a noi, da qualsiasi scuola, indirizzo che sia, parlate di coloro che prenderanno in mano il futuro del nostro Paese, perciò dimostrateci che i valori della nostra cara Democrazia Italiana meritano di essere portati avanti e dateci il diritto di studiare, così come concesso a tutti, in serenità.”  [E.G.]