Residenti e commercianti chiedono il ritorno alla svolta dal Ponte delle Valli.
Da anni il quartiere Conca d’Oro vive un paradosso: una modifica alla viabilità nata come temporanea ha finito per stravolgere la vita del territorio. Il senso unico imposto su Via Conca d’Oro e il divieto di svolta a sinistra dal Ponte delle Valli hanno trasformato quella che era una delle arterie commerciali più vivaci del III Municipio e gli effetti sulla vita del quartiere sono stati pesantissimi. Le attività della via principale, un tempo cuore commerciale del III Municipio, denunciano un drastico calo di passaggi e incassi rispetto ad un tempo che sembra, ormai, essere una vita fa. Anche i residenti lamentano inquinamento e tempi di percorrenza raddoppiati. Il traffico si concentra su vie strette come Val di Lanzo o Val di Cogne, dove smog e rumore sono aumentati. “Non è solo una questione di tempo perso – spiega una residente – ma anche di sicurezza: il traffico pesante è finito dentro strade di quartiere, piene di scuole e pedoni”. Chi arriva dal Ponte delle Valli è costretto a lunghi giri tra vie secondarie già congestionate, mentre Piazza Conca d’Oro è sempre più caotica. “Per raggiungere il mio negozio servono tre incroci e due semafori in più”, racconta un esercente. “Molti clienti hanno smesso di venire: il traffico li scoraggia”. Residenti e comitati chiedono da anni di poter tornare a una circolazione più logica, che non penalizzi chi vive e lavora nel quartiere. “Basterebbe riaprire la svolta dal Ponte delle Valli per ridare respiro a Conca d’Oro”, sostengono in molti. E lo sosteniamo anche noi. Dal Municipio, finora, nessuna risposta concreta. Intanto, tra traffico impazzito, negozi deserti e residenti esasperati, Conca d’Oro continua a pagare il prezzo di una scelta urbanistica che in molti definiscono senza senso. O meglio un senso c’è ed è il senso unico che resta lì, simbolo di una città che spesso dimentica il buon senso.
